mercoledì 6 settembre 2017

GABBATO LO SANTO 9: Andrea Corsini


La splendida Cappella Corsini nel transetto sinistro di S. Maria del Carmine a Firenze soffre di due handicap: anzitutto si trova a confrontarsi con la, diciamo così, dirimpettaia Cappella Brancacci, e non può che uscirne sconfitta, anche se con onore. In secondo luogo, è un capolavoro del barocco e, bisogna riconoscerlo, questo stile a Firenze non ha mai realmente attecchito. Nella foto d'apertura si vede la centrale urna funeraria di S. Andrea Corsini, realizzata da Giovanni Battista Foggini (1652-1725) e sovrastata da un sontuoso bassorilievo opera dello stesso Autore, che mostra S. Andrea in gloria.

Sempre il Foggini ha creato, sull'altare di sinistra, l'Apparizione della Madonna a Sant'Andrea Corsini e, su quello di destra, Sant'Andrea Corsini guida i fiorentini nella battaglia di Anghiari, considerato il suo capolavoro.

Andrea Corsini fu tutt'altro che un condottiero. Al contrario fu un uomo di pace. In effetti, nel Diario sacro e Guida perpetua per visitare le Chiese della Città di Firenze (1700), Lodovico Antonio Giamboni narra che il 1° gennaio

in S. Maria del Carmine vi stà scoperta una miracolosa Immagine del Crocifisso, davanti la quale il glorioso S. Andrea Corsini Fiorentino fu veduto dopo morte pregare per sua Patria afflitta allora dall'Armi di Niccolò Piccinino, a favore della quale il dì 29 di Giugno 1440 n'ottenne un insigne Vittoria, e nel tempo del combattimento fu veduto il Santo in aria con la spada alla mano sbaragliare e mettere in fuga i nemici. 

Apparizioni sul campo di battaglia a parte, la biografia di S. Andrea Corsini è, come quelle di molti altri Santi, completamente annacquata da elementi leggendari inseriti dagli agiografi con scopi didattici, e difficili da verificare quando non del tutto inverosimili o documentati falsi. Base di tutte le Vite è un manoscritto del Padre carmelitano Piero Del Castagno, che risale alla metà del XV secolo.
La sua affidabilità è bassina. La vicenda umana di Andrea Corsini sembra includere tutti gli stereotipi delle vite dei Santi: dalla gioventù scapestrata alla conversione, alle guarigioni, alle estasi e alle apparizioni. In realtà non è certa neanche la data di nascita, anche se la tradizione indica il 30 novembre 1301, da Niccolò della nobile famiglia Corsini e Gemma della nobile famiglia Stracciabende. Da anni - altro stereotipo - attendevano un figlio e, avvenuto il concepimento, offrirono il nascituro a Nostro Signore. Il quale premiò la loro fede con un primogenito in effetti destinato alla santità, ma anche - riferisce il Brocchi - mandandogli in seguito altri otto figli maschi (forse, più semplicemente, Niccolò aveva capito il trucco).
Andrea ebbe, narra sempre la tradizione, una gioventù delinquenziale durante la quale ne combinò di tutti i colori, finché un giorno mamma Gemma gli disse in lacrime che, il giorno prima di partorirlo, aveva sognato di partorire un lupo che, introdottosi in una chiesa, ne usciva con le fattezze di un agnello. Folgorato dal racconto, egli si convertì immediatamente e, quindicenne, entrò nella chiesa del Carmine per diventare frate carmelitano. Luigi Passerini, nella Genealogia e storia della famiglia Corsini (1858), fece notare le contraddizioni di questa narrazione, non dissimile da quella della vita di S. Francesco:

Non fu fazioso in gioventù, come narrano i suoi biografi, perché un giovane a 15 anni non lo può essere; non dissoluto, perché ci attestano che morì vergine; non empio, perché dopo le prime rimostranze fattegli dalla madre per qualche giovanile trascorso, corse a rinchiudersi in un chiostro.


Guido Reni: S. Andrea Corsini
Pinacoteca Nazionale, Bologna
Neanche quest'ultimo particolare, ad ogni modo, è certo. Il primo documento in cui compare - figura tra i religiosi del Convento del Carmine - porta la data del 1338. Fanno sempre parte della leggenda agiografica due sue fughe: la prima in occasione della sua prima Messa, che non si sentì di celebrare tra i grandi festeggiamenti organizzati dalla sua facoltosa famiglia, e preferì, previo segrete autorizzazioni, scappare alla chiesa di S. Maria alle Selve, oltre Lastra a Signa, dove celebrò tra pochi intimi. La seconda quando fu nominato Vescovo di Fiesole da Papa Clemente VI, nell'ottobre 1349. Sentendosi indegno di simile carica, scomparve dalla circolazione. Stavano già cercando un sostituto da proporre al Papa, quando un bambino, illuminato da una rivelazione, lo fece rintracciare alla Certosa fiorentina.

Se non è vero che, come narrato, studiò all'Università di Parigi e, passando al ritorno per Avignone, ridiede la vista a un cieco, è vero però che nel 1348 era stato al capitolo generale dell'Ordine tenutosi a Metz, ed era stato istituito superiore della provincia toscana. Tale rimase fino al 1350. Svolse dunque questo compito negli anni terribili della peste, durante i quali non fece certo lo schifiltoso nell'assistere gli appestati.
Nominato Vescovo, anziché restare nel palazzo fiorentino dei Vescovi, come accadeva dal 1225, volle andare a stare nella sua diocesi, in mezzo al suo gregge. La condizione duplice di Vescovo e di frate non fu priva di conseguenze sul suo episcopato, che durò fino alla sua morte, avvenuta il 6 gennaio 1374. Andrea, e questo sì è documentato, si dimostrò forte con i forti. Fu in particolare nemico acerrimo di ogni corruzione e rilassamento di costumi, oltre che dell'ignoranza e delle negligenze all'interno del clero. Attento amministratore della diocesi all'insegna della massima austerità, fu letteralmente prodigo a favore dei bisognosi, e altrettanto vigilava sulla effettiva destinazione di quanto veniva a loro concesso. Una disposizione per i poveri è il primo atto documentato del suo episcopato. Altrettanto generoso volle essere nel finanziare i restauri della Cattedrale fiesolana, del Palazzo vescovile, e di altre chiese nella sua diocesi.

Francesco Curradi:  S. Andrea Corsini distribuisce il pane ai poveri
Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta a Capalle (FI)
Piero Bargellini, infine, lo definì uomo di pace. Anche qui, certo, va separata la storia dalla leggenda. Leggenda è quasi sicuramente la sua missione a Bologna. Ecco come la riassume Carlo Celso Calzolai in Santi e Beati fiorentini (1965):

La città, sobillata dal Visconti, era divisa in fazioni e il potere pontificio era inetto a conciliare le parti. Andrea Corsini iniziò un'azione capillare. [...] Quando constatò la cattiva volontà dei Bolognesi usò la scomunica. I ribelli giunsero a incarcerarlo. Improvvisamente e prodigiosamente coloro che lo avevano affrontato furono colpiti da strani malori. I rivoltosi chinarono la testa e lo liberarono. 

Secondo gli studi agiografici di Padre Paolo Caioli, che nel 1929 smontò parecchie vicende attribuite ad Andrea - quelle qui esposte e molte altre -, si è confusa la missione con quella, documentata, di S. Pier Tommaso, anch'egli carmelitano, avvenuta nel 1364.
È invece documentata semmai la sua attività di uomo di pace in quanto eccellente diplomatico e arbitro incorruttibile e imparziale in controversie e dispute. A lui ricorrevano nobili e signori di tutta quella che oggi è l'area metropolitana Firenze Prato Pistoia.
Andrea Corsini morì il 6 gennaio 1374. Contro la sua volontà testamentaria fu sepolto a Fiesole. Ma subito i religiosi fiorentini trafugarono nottetempo la salma e la portarono a Firenze dove fu accolta con tutti gli onori. Ebbe un monumento in S. Maria del Carmine fatto costruire dalla famiglia nel 1386. La Cappella Corsini attuale fu inaugurata nel 1683.
Papa Eugenio IV lo beatificò nel 1440, ma la canonizzazione avvenne solo nel 1629 ad opera di Urbano VII.
Papa Clemente XII (1652-1740), nato Lorenzo Corsini, volle rendere omaggio al Santo della sua famiglia costruendo e a lui intitolando una cappella in S. Giovanni in Laterano a Roma, su disegno dell'architetto fiorentino Alessandro Galilei. Qui volle essere sepolto. Qui furono sepolti altri due cardinali della famiglia Corsini: Neri (1685-1770) e Andrea (1735-1795). Qui, infine, potrete effettuare una bellissima visita virtuale alla cappella.  







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