giovedì 7 dicembre 2017

Messeri e buon vino da Bellagio a Vicchio.


Si legge sul sito del pittore e scultore Abele Vadacca, di Bellagio: "Uno dei simboli ricorrenti è la piuma, quale raffigurazione di leggerezza, delicatezza, libertà." E una piuma si trova piantata sul tronco di supporto a sovrastare un bassorilievo di terracotta dai colori caldi, che da domenica 3 dicembre fa mostra di sé nei locali della Casa di Giotto a Vespignano (Vicchio).
Il bassorilievo s'intitola Messeri e buon vino in viaggio nel tempo. Mostra Dante e Giotto che, in opportuna presenza di un oste compiacente, stanno per fare un brindisi di fronte la Casa di Giotto stessa. Abele è venuto dalle sponde del Lago di Como, insieme con l'amico Giulio De Bernardi, per portarlo in dono agli amici dell'Associazione Giotto e l'Angelico.
 
Giulio De Bernardi e Abele Vadacca

L'amicizia così suggellata nacque nel 2015 a Bellagio. L'Associazione Giotto e l'Angelico partecipò all'Expo. Un folto gruppo di artisti che ne facevano parte si recò a Milano. Terminata la kermesse, si presero un giorno di vacanza. Trovatisi sul Lago di Como, decisero di andare a visitare Bellagio. Vi giunsero all'ora di pranzo inoltrata. Mossi da istinti gustativi ben più che da velleità artistiche, nondimeno rimasero colpiti dall'insegna di un locale chiamato La Divina Commedia. Entrarono. Conobbero il deus ex machina Giulio De Bernardi e, tra un - prelibato - piatto e l'altro iniziarono a disquisire con lui di arte, di storia, di Toscana, di Dante, di pittura. E di Giotto. Per Giulio fu un invito a nozze, non avrebbe chiesto di meglio. Non la finivano più. "Insomma nacque un'amicizia, gli interessi comuni erano veramente tanti" mi racconta Giuliano Paladini, Presidente dell'Associazione. "Giulio è venuto a trovarci più volte a Vespignano, e ci ha voluto presentare il suo grande amico Abele. Anche con lui l'intesa è stata immediata."

Abele Vadacca, classe 1964, allievo di Floriano Bodini, della Toscana ha conosciuto soprattutto Carrara, per motivi non difficili da comprendere. Il marmo resta il suo materiale preferito ("il bronzo è un po' più puttana del marmo" ha ammesso), e poi sulle Apuane ha incontrato e conosciuto colleghi del calibro di Giacomo Manzù e Henry Moore. Di quest'ultimo ricorda ancora l'umiltà da maestro artigiano che lo caratterizzava, unita all'attenzione per le piccole e piccolissime forme della natura - conchiglie, ecc.-, lui che al grande pubblico è noto soprattutto per certe sue opere mastodontiche.
Naturalmente, cercherete invano tra le opere di Abele riferimenti diretti a Moore o ad altri maestri, perché il suo percorso estetico è assolutamente personale. Guardate, sul suo sito, tutte le variazioni sul già citato tema della piuma. Guardate le sue opere monumentali, tra cui la splendida Maternità. Oppure le sue opere pittoriche, in cui ogni volta sembra stare per cedere alla tentazione di lasciare il figurativo, ma all'ultimo tuffo al figurativo rimane fedele, non senza aver conferito alle sue forme aspetti nuovi che sfociano in interpretazioni del tutto inedite.

Giulio De Bernardi, Abele Vadacca, Fabrizio Borghini,
Adriano Bolognesi e Giuliano Paladini

L'idea del brindisi tra Giotto e Dante è stata di Giuliano. Il quale ha sempre avuto un'idea fissa, che purtroppo la storia non è in grado di confermare: che a Vespignano ci sia stato un incontro tra il padre della lingua italiana e il padre della pittura moderna. "Se questo incontro non c'è stato, mi piace immaginarmelo lo stesso. Ne ho parlato con tanti. A voler dirla tutta ne ho stressati tanti." Confermo, tra questi ci sono anch'io! "Finché alla fine ho convinto Giulio e Abele, i quali hanno accettato di buon grado di essermi complici, e hanno inventato insieme questo episodio di fronte la Casa di Giotto."


Così, Abele ha creato un bozzetto, che - a illustrare un testo di Fabrizio Scheggi, anch'egli convinto da Giuliano - è comparso sul libro Giotto, la casa, il Colle di Vespignano, realizzato dall'Associazione per le edizioni Masso delle Fate in occasione del 750° della nascita di Giotto. Per illustrare questo episodio storico che non c'è mai stato ma che in fondo tutti amiamo credere ci sia stato, Abele ha voluto ritrarre l'oste che mesce ai due illustri ospiti con le fattezze di Giulio De Bernardi.
Lo stesso bozzetto è stato presentato lo scorso 8 ottobre a Bellagio, con una cerimonia solenne e partecipata che Giuliano Paladini ancora ricorda con commozione. Del resto, sul Lago di Como Giuliano ci era tornato già varie volte.
Dal bozzetto si è approdati al bassorilievo. Abele ha preferito la terracotta per l'idea di calore, soprattutto in senso umano, che è in grado di trasmettere.
Il 3 dicembre, infine, la consegna dell'opera alla Casa di Giotto. Ultimo atto, ma solo per quanto riguarda il bassorilievo, perché non ci sono dubbi che la collaborazione tra Vespignano e Bellagio è solo agli inizi.




1 commento:

  1. Si legge sul sito del pittore e scultore Abele Vadacca, di Bellagio: "Uno dei simboli ricorrenti è la piuma, quale raffigurazione di leggerezza, delicatezza, libertà." E una piuma si trova piantata sul tronco di supporto a sovrastare un bassorilievo di terracotta dai colori caldi, che da domenica 3 dicembre fa mostra di sé nei locali della Casa di Giotto a Vespignano (Vicchio).
    Il bassorilievo s'intitola Messeri e buon vino in viaggio nel tempo. Mostra Dante e Giotto che, in opportuna presenza di un oste compiacente, stanno per fare un brindisi di fronte la Casa di Giotto stessa. Abele è venuto dalle sponde del Lago di Como, insieme con l'amico Giulio De Bernardi, per portarlo in dono agli amici dell'Associazione Giotto e l'Angelico.

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