Il terremoto che il 29 giugno 1919 squassò il Mugello, di magnitudo 6.2 e con epicentro a S. Cassiano in Padule, non risparmiò una costruzione unica nella provincia fiorentina. La torre di Vespignano è (stato) l'unico esempio di edificio cilindrico, insieme con la Torre della Pagliazza, situata nel cuore di Firenze in Piazza S. Elisabetta. Secondo Enio Pecchioni, "L’origine della torre [della Pagliazza] è questa: come abbiamo visto sotto la pressione dei Bizantini i Goti rimasti in difesa di Firenze tirarono su una ridottissima cerchia muraria. Cacciati i Goti, a sua volta i Bizantini dopo aver abbandonato il campo militare situato presso Piazza Donatello si barricarono dentro Firenze per reggere l’assedio di Totila. Fu in quegli anni, intorno al 540-542, che la torre della Pagliazza fu edificata con la parte rotondeggiante verso l’esterno della fortificazione."
Riguardo la torre di Vespignano, non esiste documentazione in grado di aiutarci a stabilire la data di costruzione. Si può ipotizzare che sia coeva a quella della torre fiorentina? Probabile, anche se non certo. I primi documenti su Vespignano sono di parecchio posteriori, ancorché altrettanto antichi: salvo errori, si parla del castello de Vispignano per la prima volta in un documento del 1050 citato sul Bullettone.
Vespignano fu dunque un castelletto medievale, le cui mura già nel '700 non esistevano più. Se ne può intuire il tracciato in una visione dall'alto.
In seguito, Vespignano fu uno dei tanti piccoli comuni del contado fiorentino. Uno dei più importanti. I suoi abitanti se la passavano tutto sommato abbastanza bene. Nel 1260, il loro contributo al finanziamento della battaglia di Montaperti (sul cui esito stendiamo un velo pietoso), che doveva essere proporzionato alle disponibilità di ciascun popolo, fu di 36 staia di grano (uno staio era uguale a 24.363 litri). Per fornire qualche termine di confronto, S. Piero a Sieve aveva fornito 18 staia, Molezzano (anch'esso all'epoca castello) 20, Scopeto 4.
Ma la fine del comune era imminente. Due date la sancirono: nel 1295 fu costruito il Ponte di Montesassi, l'odierno Ponte a Vicchio. Nel 1324 fu fondata la terra nuova di Vicchio. La viabilità cambiò del tutto. Vespignano ne fu tagliata fuori e andò incontro a una rapida e inesorabile decadenza.
Archivio Aldo Giovannini |
Scarperia, tagliata anch'essa fuori dalla via di comunicazione più importante tra Firenze e di là dagli Appennini dopo la costruzione della strada della Futa (1759), venne a perdere la supremazia civile, amministrativa e giuridica sul Mugello a vantaggio di Borgo S. Lorenzo. Ma rimase un paese vivo e attivo. Vespignano come centro abitato scomparve del tutto. Le sue terre fertili e produttive furono sempre ambite dai ricchi proprietari, ma ancora oggi è un nucleo di poche case. La torre cilindrica, ad ogni modo, aveva ben resistito agli affronti del tempo e, nelle foto e nelle cartoline precedenti il 1919, la vediamo svettare alta - a dire il vero un po' obesa - con in cima i suoi colombaiotti. Ma il terremoto del 29 giugno non fece sconti a nulla e a nessuno. Non alla torre, non alla prospiciente Casa di Giotto, non alla Chiesa di S. Martino, il cui campanile fu necessario demolire. Se in seguito si volle adattare a torre campanaria la torre posteriore alla chiesa - sul piano estetico una soluzione da codice penale -, a quasi un secolo di distanza dal sisma nulla è stato fatto per ritirare su un unicum nell'architettura fiorentina.
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