sabato 10 novembre 2018

Futuristi in chiesa?!?


Davvero: Futuristi in chiesa! Vi aspetto la sera del prossimo sabato 24 novembre nell'Oratorio di S. Omobono - di fronte la Pieve - a Borgo S. Lorenzo, dove io e la mia amica Marilisa Cantini racconteremo la vicenda del Futurismo e di alcuni suoi protagonisti.
Dice: ma i Futuristi non mandavano bestemmie da far venir giù i lampadari? Eccome! Si 'deve' a Filippo Tommaso Marinetti (sotto), nella sua opera Gli amori futuristi - programmi di vita con varianti a scelta (1922), a pagina 108 la prima bestemmia stampata nella storia della letteratura italiana. Che non rimase certo l'unica.


Per di più, Marinetti parlava di svaticanizzazione dell'Italia, progetto preso in consegna dal fascismo delle origini. Né fu il solo del gruppo a non nutrire particolare simpatia nei confronti della Chiesa, e della religione in generale. Nondimeno, le vicende umane di alcuni esponenti del movimento futurista ebbero sviluppi inattesi e poco noti. Ve ne parleremo. 
Sarà poi l'occasione per superare alcuni cliché di cui il Futurismo è ancora prigioniero, e con i quali viene per lo più liquidato da chi, dopo averlo studiato al liceo, non se ne occupa più. È accaduto anche al sottoscritto. 

Nel 2007, alla Fiera del Libro di Torino, Umberto Eco tenne una straordinaria lectio magistralis dal titolo Le avventure di un bibliofilo. Potete leggerne la trascrizione integrale (se lo fate, poi mi ringraziate!) a questa pagina. Sul finire, elenca tutta una serie di epiche cantonate prese da sedicenti esperti riguardo autori, artisti, musicisti e quant'altro, e che saranno in seguito clamorosamente smentite. Nomi illustri compresi: Virginia Woolf in una lettera stronca l'Ulisse di Joyce, Ciaikowskij definisce Brahms un bastardo privo di qualità. Poi Eco dice:

Finiamo con una sola citazione dallo show business. Un dirigente della Metro, dopo un provino di Fred Astaire, nel 1928: “Non sa recitare, non sa cantare ed è calvo. Se la cava un po’ con la danza.” Che poi, a pensarci bene, non era del tutto sbagliato. Eppure era un errore. 

Allo stesso modo i Futuristi vengono ricordati dai più come un gruppo di facinorosi arroganti e maneschi, che volevano distruggere il passato, la grammatica, i musei e le biblioteche, erano dei guerrafondai e diventarono tutti fascisti. Anche in questo caso, a pensarci bene, non è del tutto sbagliato. Eppure è un errore. 
Perché si tratta di un errore contiamo di farvelo comprendere in S. Omobono. Non solo: su parecchi siti e non pochi libri, anche di notevole livello, si legge che il Futurismo è stata la prima avanguardia artistica italiana. Vi spiegheremo perché questa va considerata un'autentica boiata.
Alla fine della storia, sarà chiaro che parlare di Futuristi in chiesa, anche se a quanto ne so non ci aveva ancora pensato nessuno, ha una sua logica, e neanche tirata per i capelli. Al contrario.
Il racconto avrà un nutrito supporto di immagini, di letture e di musica, quest'ultima naturalmente suonata da Marilisa. Tranquilli: la musica non sarà eseguita con l'intonarumori, un ingombrante marchingegno inventato e usato negli anni '10 del XX secolo da Luigi Russolo. 

Russolo (coi baffi) e il suo intonarumori nel 1920 (Wikipedia)
Il Comune di Borgo S. Lorenzo patrocinerà l'evento. Un ringraziamento particolare va alla Cama Ascensori di Borgo S. Lorenzo per la sponsorizzazione.  Il ricavato della serata finanzierà il restauro dell'Organo Secentesco Stefanini. L'appuntamento è dunque per sabato 24 novembre alle ore 21 nell'Oratorio di S. Omobono a Borgo S. Lorenzo. Io e Marilisa vi aspettiamo!

Io e Marilisa in una foto scattata da A. Giovannini al Museo di Vicchio nel 2013







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