Il monastero di Santa Caterina al Vetriciaio ebbe una vita molto breve, a cavallo tra Duecento e Trecento. Non ci sono immagini di sorta che possano suggerircene l’aspetto né l’ubicazione esatta.
Particolare di una cartina di Firenze del 1875 |
Via del Vetriciaio |
Via del Vetriciaio, salvo errore toponimo unico in Italia, è una viuzza tra Via del Ponte alle Mosse e Via Toselli, di solito neanche menzionata sulle piantine data la sua esiguità.
Lo studioso Padre Enrico Lombardi narra che negli ultimi anni del secolo XIII alcune “Donne ditte di S.
Caterina si trovano al Vetriciaio, fuori Porta al Prato nella zona di S.
Iacopino, e che le medesime, all’inizio del secolo successivo, fondano un nuovo
monastero in Cafaggio presso le mura, e vi si trasferiscono.” Ricerche
d’archivio hanno portato a concludere che il monastero dovette comparire dopo
il 1291, mentre nel 1312 le monache che l'avevano occupato dovevano trovarsi già in un nuovo edificio detto di S. Caterina al
Mugnone.
Il monastero del Vetriciaio, intitolato a S. Caterina d'Alessandria, visse il suo attimo di gloria nel 1304. Il Cardinale
Niccolò da Prato, vescovo di Ostia e Velletri, giunge a
Firenze per mettere pace a una delle non rarissime contese tra guelfi e
ghibellini. Ci riesce, come narrato anche da Dino Compagni: “A dì 26 d’aprile
1304, raunato il popolo sulla piazza S. Maria Novella, nella presenzia dei
Signori, (…) con rami d’ulivo pacificarono i Gherardini con gli Amidei. E tanto
parea che la pace piacesse a ognuno, che, vegnendo quel dì una gran piova,
niuno si partì, e non parea la sentissino.”.
Lo stesso giorno il Cardinale scrive, alla badessa e alle
monache di S. Caterina al Vetriciaio, una missiva in cui concede 100 giorni di indulgenza a chi,
pentito e confessato, frequenti la chiesa del monastero nella festa della Beata
Vergine, per la festa di S. Caterina, o di S. Nicola, o per la Domenica delle Palme.
Ma il luogo ove sorgeva il monastero, lungi dalle mura e in pratica in aperta campagna, non doveva essere all’epoca troppo sicuro per la vita delle monache. Già nel 1306 l’Arcivescovo Lottieri della Tosa concedeva 40 giorni di indulgenza a chi aiutasse finanziariamente la costruzione di un nuovo convento da intitolarsi a S. Caterina. Questo sorse nell’odierna via – appunto – S. Caterina, ove oggi si trova il palazzo dell'Agenzia delle Entrate, all'epoca in prossimità del corso del Mugnone. Anche dopo il trasferimento, non è chiaro in quale anno, le monache mantennero tuttavia le proprietà del Vetriciaio.
Non ci sono notizie sul destino dell’edificio negli anni
seguenti. Probabilmente venne abbandonato. Se non fu demolito prima, di sicuro subì la stessa sorte degli altri fabbricati intorno Firenze
che, nel 1528, furono rasi al suolo per fare terra bruciata in vista dell’arrivo delle truppe imperiali.
molto interessante
RispondiEliminamolto interessante!!!
RispondiEliminaInteressantissimo !
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