sabato 5 maggio 2018

GABBATO LO SANTO 13: il mistero di San Leolino



Di San Leolino, cui sono dedicate cinque chiese e furono dedicati almeno tre castelli, nulla si sa e molto si ipotizza. Restano un antifonario consunto e un sigillo. Le chiese, di cui quattro pievanie, tutte antichissime e concentrate in un'area ben circoscritta, sono a testimoniare la storicità del personaggio. Il sigillo, conservato al Bargello, proviene dal piccolo Comune di San Lorino, o Leolino, documentato dal 1531 al 1739, e il cui territorio dal 1776 fa parte del Comune di Londa.  L'antifonario, come vedremo, fornisce pochi indizi, a tratti variamente interpretabili. Chi fu di preciso San Leolino, o Leonino; come visse, come morì e perché fu canonizzato, non si è mai riusciti a saperlo con certezza.
Di santi con questo nome ce ne sono stati tre, il che ha ulteriormente complicato le cose. Si chiamava così l'undicesimo Vescovo di Padova. Ne guidò la diocesi dal 736 al 748, e gli fu intitolata nella sua città una chiesetta non distante dalla Basilica di S. Giustina, da secoli demolita, ma che si scorge al centro della mappa qui sotto, risalente al 1767.


Leolino fu anche il nome di un Vescovo e martire la cui salma fu rinvenuta nelle catacombe di S. Priscilla, sulla Salaria a Roma; un San Leolino viene ricordato dai Bollandisti come Vescovo e martire, celebrato nel mese di novembre. Il nostro Santo si può identificare con il terzo.

Già Francesco Orlandi nell'Orbis sacer et prophanus illustratus (1732) ammette di non essere riuscito a rintracciare gli acta di questo santo. Non ne parlano gli storici, da Giovanni Villani a Scipione Ammirato, né autori come Silvano Razzi o Ferdinando Ughelli. L'erudito Luigi Biadi pensò bene di unire tre Santi in uno, e raccontò la storia di Leolino vescovo nato a Padova, che andò a evangelizzare la diocesi di Fiesole ove sorsero le chiese a lui dedicate, a Roma fu martirizzato mentre una gran croce apparve nel cielo del villaggio di Sereto (vedremo poi perché) e il suo corpo fu sepolto nelle catacombe di S. Priscilla!

Il sigillo come compare nelle Vite dei Santi del Brocchi

Il vescovo padovano non ebbe però la qualifica di martire, e i resti romani furono rinvenuti solo nel XVI secolo, sicché né l'uno né l'altro possono essere in alcun modo riferiti al titolare delle cinque chiese toscane, ben più antiche. Elenchiamole rapidamente.

  1. San Leolino in Monte, nel Comune di Londa, nominata per la prima volta in una memoria del 1100.
  2. San Leolino a Rignano sull'Arno, esistente almeno dal 1035.
  3. San Leolino a Panzano, nel Comune di Greve, col nome di San Leolino a Flacciano è documentata fin dal 982.
  4. San Leolino in Val d'Ambra, nel Comune di Bucine, l'unica chiesa che in origine non era Pieve, fu 'promossa' tale nel 1764.
  5. San Leolino in Conio o in Collina (foto d'apertura), nel Comune di Castellina in Chianti, compare per la prima volta nella Bolla di Papa Pasquale II emessa nel 1103.


La Pieve di San Leolino in Val d'Ambra è nella diocesi di Arezzo, ma è molto vicina al confine con quella di Fiesole, cui in antico sono appartenute le altre.
L'antifonario fu ritrovato nel 1712 nella Pieve di S. Leolino in Val D'Ambra e trascritto da Monsignor Benedetto Falconcini Vescovo d'Arezzo, pubblicato per la prima volta dal già citato Orlandi  e ripreso dal Brocchi (Vite dei Santi e Beati Fiorentini, vol. 2, 1752) e dal Lami (Sanctae Ecclesiae florentinae monumenta composita et digesta, 1758). 
Il testo dell'antifonario è frammentario e in molti punti illeggibile. Trascrivo più fedelmente possibile dall'Orlandi:

.........In Vigilia Sancti Leonini ad Psalm. Antiphona. 
Videns gens Siritanorum dicentes clamaverunt magnus est 
Chirstianorum Deus, et crediderunt. 
Psalm. Dominus regnavit. 
Jussit feriri gladio Maximianus canis non credens Dei filio ..............................
Psalm. Jubilate. 
Erant Angeli currentes in coelorum nubibus animas suscipientes ferendo coelestibus. 
Psalm. Deus Deus meus. 
Dum ferveret....................................Mortis Sancto crux imprimitur.
.............................................
illaris.............................................................................................
Praesul. 
Ad secundas Vesperas Antiph.
 Magnificat. 
Spretis furiis Tyranni atque cruciatibus ad supernam transit agni coenam cum Martiribus, fac confortes regni tanti nos cum suis civibus. 
In die S. Leonini Introitus. 
Sacerdotes Dei benedicite Dominum, &c. Benedicite omnia opera Domini Domino , &c. 
Gloria. Grad. 
Inveni David servum meum, &c. Nihil proficiat inimicus in eo, &c. 
Alleluia. Profuisti Domine super caput eius, &c. 

Offert. Veritas mea, et misericordia mea, &c. 

Communio. Beatus servus, quem 

cum venerit Dominus, &c.


Ho riportato in grassetto i termini significativi. Si tratta dunque della liturgia per la festa di San Leolino, che si celebra(va) il 24 novembre. Abbiamo a che fare con un Vescovo (praesul) che predicò presso la gens Siritanorum, e per questo fu martirizzato, forse decapitato insieme con altri compagni (come suggerito dal termine animas al plurale), da(i soldati di) Massimiano (jussi feriri ecc.), che fu socio dell'imperatore Diocleziano tra il 292 e il 302. Probabilmente quando fu ucciso comparve una croce in cielo (Sancto crux imprimitur) che convertì gli astanti.
Quel gens Siritanorum complica, tanto per cambiare, le cose. Biadi lo collegò al villaggio di Sereto, in realtà un casolare presso Cavriglia (AR), ove però il culto di San Leolino non è mai stato praticato. Falconcini sostenne che si trattasse di un errore grafico, e che si dovesse leggere Sivitanorum. Si tratterebbe di un riferimento alla gente della Sevis, o Sivis: insomma, della Val di Sieve.

La rocca di San Leolino in Monte, presso Londa
Si può ragionevolmente dedurre che il martirio fosse avvenuto in prossimità della Pieve di San Leolino in Monte, situata nel Comune di Londa, appunto in Val di Sieve? Forse, ma non è documentato. E confesso: mi sembra un tantino tirata per i capelli. Però non saprei, nel mio piccolo, suggerire soluzioni alternative. L'ipotesi conseguente è che la salma di San Leolino si trovi nella Pieve o nei dintorni, ma non è mai stata rinvenuta. Il Brocchi, nelle sunnominate Vite dei Santi, fa anche un clamoroso ruzzolone. Scrive:

...detta ancor essa di S. Leolino, e corrottamente di S. Lorino, forse perché chiamandosi anticamente, come si vede da alcune Bolle riferite dall'Ughelli (e specialmente da quella di Pasquale II) la detta chiesa di S. Leolino in Monte Lauro, da tal parola può facilmente il popolo avere poi preso il nome di Laurino, e corrottamente Lorino.

Brocchi si è confuso con la Pieve di S. Giovanni a Monteloro, che non ha nulla a che fare col nostro Santo. In realtà il monte non si chiama affatto Lauro. Non ha neanche un nome. E infatti la Pieve si chima S. Leolino in Monte.
Di fronte la Pieve si scorge ancora quello che resta della rocca o Castello di S. Leolino, appartenuto ai Conti Guidi di Poppi e di Battifolle. 
Dei Conti Guidi, e prima ancora dei Quona, fu anche il Castello di S. Leolino, oggi del tutto scomparso, a poca distanza dalla omonima Pieve a Rignano sull'Arno, a sua volta nei pressi dell'unico (in antico) ponte sull'Arno a monte di Firenze, dunque punto fondamentale per il controllo del territorio.
Il castello di S. Leolino in val d'Ambra, invece, è ancora ...vivo e vegeto nella sua conformazione originale, in cui si inserisce la chiesa un tempo suffraganea della Pieve di S. Quirico e Giulitta a Capannole. Il fatto che anche questa rocca sia appartenuta ai Guidi (di Modigliana) può far pensare che questa famiglia sia stata devota del Santo e abbia contribuito alla diffusione del culto.

San Leolino a Rignano

L'ipotesi fa parte di una serie di conclusioni cui giunse don Umberto Ricci (1881-1944), che fu proposto della Pieve di S. Leolino a Rignano dal 1914 fino alla sua dipartita, al termine di una ricerca accurata e appassionata sul Santo, da lui riassunta in un dattiloscritto del 1938.
Ricci affermò con forza la reale esistenza di Leolino, il cui nome non compare negli odierni martirologi: 

Poteva ripetersi per ben cinque volte il fatto di erigere e dedicare una chiesa parrocchiale ed in più plebanale ad un santo in secoli, sia pure anteriori al 1000 e d'indiscussa decadenza culturale e disciplinare, nei quali esisteva pure una gerarchia ecclesiastica diocesana, ben determinata, senza che questa ne venisse a cognizione? (...) Mancavano dunque nomi nel catalogo dei santi, cui dedicare cinque chiese, per essere costretti a costruirsi di sana pianta e colla massima disinvoltura un San Leolino e circondarlo, per effetto di pura fantasia, dell'aureola del martirio e dell'episcopato?


San Leolino a Panzano
Le dislocazioni delle chiese nell'area fiesolana consentono a Ricci di identificare Leolino come un corepiscopus, ovvero un vescovo itinerante come ne esistevano in antico, o più probabilmente uno dei primi vescovi fiesolani, i cui nomi sono ignoti fino al IV secolo: "Quale contraddizione cronologica, quale assurdità storica ci vieta di porre il nome di san Leolino, che appartiene al III sec., nel lungo e oscuro periodo dei primi quattro secoli sopra ricordati?"
Studi più recenti a cura di Bernardo Zanchini da Castiglionchio sembrano spostare la diffusione del culto ancora più indietro nel tempo, dai Quona fino alle famiglie longobarde. Il che non sminuisce il valore del lavoro di don Ricci, il cui intento, oltre che di ricostruirne la storia per quanto possibile, era di ottenere "che il culto di san Leolino, riconosciuto e ammesso come legittimo da oltre un millennio per cinque chiese, sia proclamato egualmente legittimo per l'intera suddetta illustre diocesi [di Fiesole], che gode oggi i frutti spirituali delle sue eroiche e salutari fatiche"

Il suo dattiloscritto è stato pubblicato integralmente nel 2000 dalle Edizioni Feeria - Comunità di San Leolino, con introduzione e note a cura di Alberto Maria Fortuna. Ne ebbi una copia grazie alla gentilezza di Don Carmelo Mezzasalma, che a distanza di qualche anno ringrazio nuovamente. 
La Comunità intitolata a questo Santo è stata fondata da Don Carmelo (al cui confronto l'Etna pare un fornello da campeggio) nel non troppo lontano 1986 e ha sede nella Pieve - ça va sans dire - di San Leolino, a Panzano. Come potete vedere sul sito e sulla pagina Facebook, la sua attività religiosa e culturale si svolge su parecchi fronti, è in continua espansione e implicitamente contribuisce alla conoscenza del nome del Santo. Da pochi mesi ha preso in consegna, dopo l'addio dei Cistercensi, la gestione della Certosa di Firenze. 

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