sabato 6 ottobre 2018

Elisa va alla guerra


Conobbi Elisa Fiorelli quando, nell'ottobre 2014, allestì la sua prima mostra sulla Grande Guerra nelle sale della Casa di Giotto a Vespignano. Riporto parte di quanto scrissi sul Galletto

Per realizzare la mostra storico fotografica e di reperti sulla Prima Guerra Mondiale inaugurata alla Casa di Giotto a Vespignano sabato 11 ottobre, Elisa Fiorelli ha impiegato quattro mesi di preparazione e undici anni di ricerche. Elisa, Nata a Fiesole e vicchiese dal 1996, aveva 16 anni quando iniziò le ricerche del fratello di suo nonno, ragazzo del '99 disperso al fronte. Con caparbietà inusitata e con l'aiuto di un signore di Livina Longo del Col di Lana, poté infine appurare che era stato ucciso il 19 giugno 1918, praticamente subito dopo la partenza per il fronte, e fu sepolto sul Montello (TV). Ma l'indagine svolta non poteva non avere, diciamo così, effetti collaterali sull'indole di Elisa, la quale si è data da fare perché tutto quanto è venuta a sapere in merito alla Grande Guerra potesse essere condiviso, così come tutto il materiale raccolto: medaglie, borracce, granate, diari di guerra. E fotografie. Soprattutto fotografie. Bellissime, comprate da collezionisti, scannerizzate e ingrandite. Bellissime, s'intende, nella loro drammaticità. Fotografie di un'epoca senza smartphone, e in cui scattare istantanee era difficile se non impossibile, sicché si faceva mettere in posa i combattenti. E anche così emerge spietata "la sofferenza di persone come il mio bis zio", per usare le parole di Elisa. "Persone che avrebbero voluto una vita normale, e non poterono averla, e la più parte non sapeva neanche perché. Durante la presentazione, Francesco Rossi, del Gruppo Alpino "Carlo Manzani", ha parlato, senza nascondere l'emozione, delle analogie tra la storia raccontata da Elisa e quella dell'alpino cui il gruppo è intitolato, ucciso nel 1915, e i resti del quale furono ritrovati solo nel 1984 e riportati a Vicchio l'anno seguente, e adesso riposano proprio nel cimitero di Vespignano. 



Quattro anni dopo, Elisa è di nuovo sul Colle di Vespignano. Nuova mostra. Titolo: La Grande Guerra. Foto inedite, cimeli e testimonianze. Sarà visitabile nei fine settimana con orario 10-13, 15-19 fino al 25 novembre. 
Stesso Argomento. Una replica? Neanche per sogno. Elisa in questi anni non si è fermata. Ha raccolto ulteriori informazioni sui caduti mugellani, che superano i 1530, e in particolare quelli di Vicchio. Sulla leva, sulle località di destinazione. È tornata nei luoghi dei combattimenti. Località nel complesso del Monte Grappa, I Solaroli, Montello, Col dell'Orso. Ha raccolto nuovo materiale, immagini, testimonianze.

Elisa mi racconta tutto questo mentre, nella sala al piano superiore, sta risistemando una cartolina d'epoca che, dentro una cornice, séguita a scivolare giù. Questa meticolosità dà un'idea di quanto lavoro le è costato questo allestimento, che però ha dato i suoi risultati. L'esposizione è, se possibile, ancora più affascinante di quella precedente. 



Nuove foto, altri reperti. Elmetti, borracce, picconi, palette, proiettili, obici, cartucciere, armi arrugginite, assemblati con sapienza perché ognuno riceva dal visitatore l'attenzione che merita. Si esce dalla mostra col cervello saturo di quesiti inquietanti. Cento anni fa, la vittoria. A che prezzo? Una parziale, ma importantissima risposta, l'abbiamo qui. E un'altra l'avremo all'uscita del libro che Elisa ha ricavato dal suo lungo lavoro. Uscita che, mi dice, dovrebbe essere proprio per il 4 novembre. Titolo: Frammenti della Grande Guerra. Diario di guerra di Mario Checcucci - Pino, uno dei ragazzi del '99 - I caduti vicchiesi - archivio fotografico. Edizioni Noferini. Ho potuto rapidamente sfogliarne una copia in anteprima. La parte iconografica mi pare impressionante, e per quantità e per bellezza d'immagini. Il testo comprende molti elenchi, non di rado angoscianti nella loro essenzialità. Mi limito a riportare un dato che mi ha quanto meno disorientato. Tra i caduti mugellani, 112 hanno trovato la morte per le ferite riportate, ma 131 sono morti di malattia. E questo, uno che magari non si era posto il problema, non se l'aspetta. Ma restiamo in attesa di poter esaminare con calma questo nuovo contributo alla conoscenza della storia della Grande Guerra.   

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