venerdì 10 marzo 2017

GABBATO LO SANTO 4. Teuzzone e Teuzzone


Il Beato Teuzzone Eremita e Monaco della Badia Fiorentina da un lato, e il Beato Teuzzone Monaco Abate della Badia di Razzuolo dall'altro, non solo ebbero in comune il nome di battesimo, l'epoca in cui vissero e la condizione monacale, ma giocarono entrambi un ruolo non secondario nella vicenda di S. Giovanni Gualberto (ca. 990 - 1073). Oggi, poi, sono accomunati anche dall'oblio.

La lontananza storica ha reso scarse e frammentarie le notizie su queste due figure. Il primo a parlare del Teuzzone della Badia è proprio il Teuzzone di Razzuolo, che scrisse nell'XI secolo una Vita di S. Giovanni Gualberto (foto d'apertura), poi ripresa anche da S. Pier Damiani.
I due Teuzzoni verranno in seguito rammentati tutt'al più en passant nelle biografie e agiografie del fondatore dell'Ordine di Vallombrosa. Silvano Razzi li ignora del tutto. Padre Eudosio Loccatelli, nella sua ponderosa Vita del Glorioso Padre Sangiovangualberto (1588) dedica un paragrafo striminzito al Teuzzone di Razzuolo. Solo Giuseppe Maria Brocchi traccia due profili distinti ed estesi nel secondo volume delle sue Vite de' Santi e Beati Fiorentini. Partiamo dal fiorentino.

L'anno e il luogo di nascita del Teuzzone della Badia non sono noti, come non è noto l'anno in cui egli prese gli ordini monastici. Secondo il monaco Placido Puccinelli (1609-1685), che però non cita fonti di sorta, nacque nel 960, era fiorentino, figlio unico, devoto di S. Miniato, e prese i voti sotto S. Podo Vescovo, dunque dopo il 989. Nell'epigrafe sepolcrale, riportata da Padre Fedele Soldani da Poppi, si legge che visse in clausura per cinquant'anni.
Giuseppe Maria Brocchi riporta un documento originale, una cartapecora datata 2 novembre 1031 da cui risulta che Pietro, secondo Abate della Badia fiorentina, fonda uno spedale intitolato a S. Niccolò, con possessioni nella zona della Volta dei Peruzzi. Seguono le firme dei frati che danno il consenso, tra cui quella di Ego Teuzo indignus monachus et sacerdos consensi & subscripsi.
Il nome di Teuzzone compare per l'ultima volta in un contratto di compravendita di terreno datato 1071. Alcuni eruditi, tra cui Lodovico Antonio Giamboni (1700), fissano l'anno di morte al 1075. A 115 anni? Un'età straordinaria ancora oggi, figurasi allora. A meno che non ci fosse stato un ulteriore Teuzzone più giovane che con lui fu confuso. Non sarebbe un caso unico.

Narra la leggenda che Giovanni Gualberto, anziché ucciderlo, perdonò l'assassino di suo fratello, dopodiché - e questa non è più leggenda - volle abbandonare la vita di nobile signorotto per entrare nel convento di San Miniato. Data la sua probità, dopo non molto gli fu proposta la carica di Abate. Come faceva praticamente tutta la Firenze religiosa quando non sapeva che pesci pigliare, Giovanni si recò alla Badia fiorentina a chiedere un parere al sapiente monaco Teuzzone, generoso dispensatore di consigli e ammonimenti seppure chiuso nella sua celletta allato alla Badia a guisa di Romito.

Portico della Badia Fiorentina. Sulla sinistra la porta della cinquecentesca cappella Pandolfini.
Qui, secondo Puccinelli, era situata in origine la celletta di Teuzzone. 
Questi lo dissuaderà, perché troppo giovane. Giovanni, ascoltatolo, ringrazierà i monaci per la fiducia ma declinerà la nomina. Con argomenti altrettanto solidi, sempre secondo il Giamboni, Teuzzone convincerà Lamberto a rinunciare al Vescovado nel 1032.
Scrive poi il Brocchi:

Ma avendo poscia egli [S. Giovanni Gualberto] conosciuto, che un tale Ubeto Monaco, e Cellerajo di quel luogo, per via di danaro aveva comprata dal Vescovo Fiorentino Attone primo, la dignità Abbaziale nell'anno MVII (...) ritornatosene dal suo caro Teuzzone, lo richiese nuovamente di consiglio circa quello, ch'ei dovesse fare in tal frangente; a cui il Santo Romito rispose, che vedendo di non poter rimediare a tanto disordine (poiché dalla privata correzione non si sperava frutto) che egli pubblicasse in mezzo di Mercato tanto il Vescovo Fiorentino, che l'Abate di S. Miniato per Simoniaci; e si partisse dal Monastero, e dalla Città, cercando altro luogo, ove si vivesse secondo le regole de' Sacri Canoni, e della Monastica disciplina; al che prontamente obbedendo (a rischio ancora della propria vita) il Santo Giovane [sic.] Gualberto, ne seguì poscia la nota dissensione tra 'l Clero e il Monachismo.  

In definitiva, dopo i consigli di Teuzzone, da un lato la simonia sarà messa in piazza, dall'altro San Giovanni Gualberto inizierà un percorso per il quale ancora oggi, lui sì, è ricordato. Approderà a Camaldoli, poi fonderà l'Abbazia di Vallombrosa, la prima di una lunga serie. Scrive Loccatelli:

Edificò da fondamenti l'honorato Monasterio di San Salvi Fuori di Firenze un miglio dalla parte di Oriente in su la strada, che dalla Città conduce a Vallombrosa (...) dove propose per Abate un ottimo Padre chiamato Don Berizone (...). Ne monti scalari ne edificò un altro in honore di San Casciano martire diocesi di Fiesole, & vi ordinò Abate un Don Eppone persona di buona mente e di santi costumi. Appresso egli ne fabricò ancora due alti nel Apennino, uno nella montagna di Mescheto sotto titolo di San Pietro, e l'altro nella montagna di Razuolo in honore di San Paolo ambidue diocesi di Firenze, in questo pose per Abate Don Bheuzone [sic.]; & in quello Don Ridolfo.

La Badia di Razzuolo oggi
Entra così in scena il Teuzzone di Razzuolo. Anche di lui non si sa molto. L'Abate Fulgenzio Nardi gli attribuisce la casata dei Lamberti. Per tutti gli altri è solo Teuzzone. Gli storici che lo citano sono unanimi nel definirlo Uomo Santo, nonché il prediletto fra i discepoli di S. Giovanni Gualberto. Il quale, fondata nel 1035 la Badia di Razzuolo, ve lo pose appunto come primo Abate. Loccatelli lo loda come eccellente curatore di infermità fisiche, oltre che come uomo di grande erudizione e, abbiamo visto, primo biografo del suo Maestro. In pratica, un precursore dell'umanesimo. Il che non gli impediva di condurre una vita religiosa esemplare, che si concluse il 6 agosto 1095, come riportato nel martirologio benedettino citato dal Brocchi: Id. Augusti B. Teuzzi Abbatis Ordinis Vallisumbrosae, discipuli S. Joannis Gualberti, doctrina, & sanctitate praeclari.

Sia Loccatelli sia Brocchi sostengono che il Beato Teuzzone fu sepolto nella Badia ma, come riportato anche nel post precedente, la salma dell'Abate non è mai stata ritrovata.

Le ossa del Beato Teuzzone di Badia, riposte nel 1645 in una cassa di cristallo dorata, erano ancora presenti nella Badia stessa nel 1858, come afferma Padre Giovanni Battista Uccelli nel suo Ragionamento storico della Badia fiorentina, e venivano esposte per la festa di Ognissanti. Secondo Lorenzo Cantini (1823), Teuzzone veniva festeggiato il 10 gennaio, secondo Luigi Santoni (1853) il 9 dello stesso mese.







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