Diana c'è. Da tempo. Da quando pur restando, come avrebbe detto Nanni Loy, sarda a ogni richiamo, è approdata in Toscana. Era il 1970. E della Toscana ha saputo trarre le premesse e le coordinate per il suo percorso artistico. Artistico nel senso più totale. Citiamo Bernhard Berenson:
Il significato dei nomi veneziani s'esaurisce nel significato degli artisti come pittori. Non così i fiorentini. Quando si dimentichi che furon pittori, essi rimangono grandi scultori; e dimenticando che furon scultori, rimangono architetti, poeti ed insino uomini di scienza. Non lasciarono forma intentata; e di nessuna avrebbero potuto dire: 'Questa esprimerà pienamente quello che intendo'.
Diana, frequentando fra l'altro la Scuola di arti grafiche Il Bisonte, corsi di modellato del Liceo artistico e di acquerello presso la Scuola Martenot, deve aver assorbito questo concetto, e lo ha per certi versi portato alle estreme conseguenze. Di lei non puoi dire esattamente che è una pittrice, né che è una scultrice, né che è una grafica. Non è nemmeno tutte e tre le cose insieme! Vogliamo allora azzardare che è una donna del Rinascimento, seppure trovatasi ad agire nel XXI secolo? Scrive Diana sulla home page del suo sito: "I miei occhi e la mia mente sono sempre rivolti verso il mondo esterno, pronti a coglierne qualsiasi sfumatura. L’essere umano è un insieme di pulsioni che io cerco di afferrare, per poterle imprimere istintivamente nei miei disegni. In questo modo ho tutto il tempo di decidere in seguito, come sviluppare quel disegno senza perderne l’essenza. La matita è stata per me e lo è tuttora, una compagna di vita e i colori sono la mia musica."
Ma per me si sottovaluta. La matita non è certo il suo unico mezzo espressivo, anche se magari il più importante. Guardate le due opere presenti in San Lorenzo a Firenze per l'esposizione Artigianato è arte, che rimase aperta fino allo scorso 27 novembre. S'intitolano Fasce e Nascita di un angelo. Tecniche (complesse) del tutto differenti, uno stile. E inconfondibile.
Diana ha ottenuto il premio per la scultura in terracotta, ed è stata presente con altre due opere: Paternità e Libera, quest'ultimo forse il suo lavoro più noto. La donna dalla testa piumata fu presentata anche alla grande collettiva Artisti dal Mondo a Firenze, organizzata in occasione dell'Expo 2015, e aveva ottenuto consensi unanimi.
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RispondiEliminaHo l'onore di conoscere Diana e la sua arte ed oltre ad essere una donna sensibile è un'Arista straordinaria, dalla sensibilità unica della percezione dell'animo umano.
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