sabato 26 novembre 2016

Tra Luco, Vallombrosa e Salisburgo. Donato Mascagni


Questo Crocifisso tra S. Sebastiano e S. Ansano si trova nella chiesa parrocchiale di S. Pietro a Luco di Mugello. Quando, nel 1989, fu restaurato, ne emerse la firma: Donato Mascagni. Maria Matilde Simari, allora funzionaria di zona della Soprintendenza, non credeva ai suoi occhi. Succede spesso che non si trovino dipinti citati dalle fonti, quasi mai che si trovino dipinti non citati dalle fonti. E del Crocifisso non parla proprio nessuno, fra gli storici che hanno narrato la vita di questo artista che divenne frate dei Servi di Maria e fu chiamato a lavorare a Salisburgo e a Valladolid.

C'è stata finora incertezza sulla data di nascita di Donato. Il 1579, come sostenuto da Filippo Baldinucci, è stato valutato troppo avanzato per accordarsi con altri documenti. Penso di avere risolto rinvenendo il certificato di battesimo fiorentino di Donato di Matteo datato 21 agosto 1571. Jacopo Ligozzi pittore universalissimo fu il suo maestro. Nel 1605 entrò nel Sacro Eremo di Monte Senario e l'anno seguente fece professione come Frate servita assumendo il nome di Arsenio. La sua attività pittorica era comunque già iniziata da tempo, e il Crocifisso di Luco appartiene a questo primo periodo (si ipotizza il 1600 circa), dato che è firmato ancora con il nome secolare di Donato. Si era immatricolato all'Accademia del Disegno nel 1593 e aveva lavorato in particolare a Volterra. Sue opere sono nel Palazzo dei Priori e nella Pinacoteca civica.

Montesenario
Anche dopo aver preso i voti, Donato ora Fra' Arsenio continuò intensamente l'attività pittorica. Ma era di costituzione troppo debole per sopportare il rigido clima che dominava il Monastero di Montesenario e, per di più, essendo deceduto il fratello maggiore Bartolommeo (muratore "così eccellente che piuttosto passava per architetto" scrive Filippo Baldinucci), doveva correre in aiuto economico della famiglia. Gli fu concesso di trasferirsi nella SS. Annunziata a Firenze. Due lunette del chiostro sono sue: la miracolosa pittura del Volto della SS. Annunziata nel 1252 e il Beato Bonfiglio Monaldi getta la prima pietra della chiesa il 17 marzo 1250. Il convento rimase la sua base di riferimento, ma, anche grazie alle commissioni procurategli dai Serviti impegnati nell'evangelizzazione, il frate si assentò di frequente: oltre che nelle vicinanze, fu chiamato nel 1609 a Innsbruck, e l'anno seguente a Valladolid per decorare il Convento de las Descalzas Reales. Seguì, a partire già dal 1614, il lungo soggiorno a Salisburgo, intervallato da temporanei ritorni in sede, diremmo oggi. Decorò alcune sale del Castello di Hellbrun, su commissione del Principe Arcivescovo Sittikus. Purtroppo sul web non è facile trovare immagini dei suggestivi effetti tra il prospettico e il trompe l'oeil creati da Arsenio. Questa è una delle poche.


Altrettanto difficile reperire immagini ravvicinate dell'altra grande opera realizzata da Mascagni, in collaborazione col suo allievo Ignazio Solari: il Duomo di Salisburgo.

Incaricato stavolta dall'Arcivescovo Lodrone, il frate vi lavorò dal 1622 al 1630. Affrescò in pratica tutta la parte alta dell'edificio, con storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, ponendo particolare attenzione alla visione dal basso; e dipinse alcune pale d'altare. Tra queste, ecco la Ascensione. Rappresentazione a dire il vero forse un po' leziosa per i nostri gusti di abitanti del XXI secolo. Ma soddisfaceva quelli dell'epoca. Se comunque volete ammirare quello che veramente si può considerare il dipinto più significativo - per non dire il capolavoro assoluto - di Arsenio Mascagni, sorprendente ancora oggi, non occorre raggiungere l'Austria. Potete recarvi alla Biblioteca dell'Abbazia di Vallombrosa. Qui si trova una tela di dimensioni gigantesche, che mostra La donazione delle terre di Matilde di Canossa a S. Bernardo degli Uberti.


 
 
Ebbi occasione di fotografarla nel 2012. La qualità delle foto non è altissima, ma penso dia un'idea del perché l'Abate Luigi Lanzi, nella sua Storia pittorica della Italia (1808) scrisse che questo dipinto, ad Arsenio, "gli fa onor grandissimo". Oltre a rendere la Biblioteca un luogo indimenticabile. L'Autore lavorò alla tela oltre un anno, fra il 1608 e il 1609. Sì: siamo tornati per un momento indietro nel tempo. Riandiamo al suo soggiorno a Salisburgo, che gli fruttò numerose commissioni anche nei dintorni (Trento, Villa Nogarina). Mascagni vi rimase fino al 1632, anno in cui fece definitivamente ritorno al Convento della SS. Annunziata. Tornò a lavorare per i Frati anche se la lunga assenza lo aveva fatto dimenticare, diciamo così, dal grande pubblico. Secondo Padre Eugenio M. Casalini l'entrata del Convento, sulla sinistra della Chiesa, è comunque stata disegnata e costruita da Frate Arsenio, e risale al 1636. 
Filippo Baldinucci attribuisce all'asma la morte di Arsenio Mascagni avvenuta nel 1637.  

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