lunedì 19 giugno 2017

GABBATO LO SANTO 7: Annalena del Convento


La Pensione Annalena, che si trova a Firenze in Via Romana 34 e trabocca di storia, faceva parte di un monastero che nacque in seguito a un omicidio barbaro e vigliacco commesso nel 1441.
La vittima era Baldaccio d'Anghiari, un abile condottiero di ventura. L'assassino il Gonfaloniere Bartolomeo Orlandini. Niccolò Machiavelli, nelle Istorie fiorentine,  fa risalire il movente ai rapporti di Baldaccio con Neri di Gino Capponi, "della cui reputazione Cosimo de' Medici più che di alcuno altro temeva (...) Era Baldaccio amicissimo a Neri, come quello che per le sue virtù, delle quali era sempre stato testimone, lo amava: il che arrecava agli altri cittadini sospetto grandissimo. e giudicando che fussi il lasciarlo pericoloso e il tenerlo pericolosissimo, deliberorono di spegnerlo".


Non è chiaro, non lo dicono né Machiavelli né Scipione Ammirato che lo cita, se Orlandini sia stato istigato e/o pagato dai Medici o abbia fatto tutto da sé. Ma tutti gli storici sono concordi nel riferire dell'odio che il gonfaloniere provava nei confronti di Baldaccio per le maldicenze che questi aveva diffuso su di lui. Soprattutto perché erano vere. "La cagione dell'odio era", scrive l'Ammirato, "che quando l'Orlandini proposto alla guardia di Anghiari, di quel luogo bruttamente si fuggì, ne fu e con parole, e con lettere severamente ripreso, et accusato da Baldaccio." Ed ecco, sempre nelle parole dell'Ammirato, come Orlandini perpetrò l'omicidio.

E usando l'Anghiari di venir spesso in piazza, per trattar coi Magistrati della sua condotta: il Gonfaloniere, havendo apparecchiato quello, che gli facea di bisogno, mandò per lui, quasi della sua condotta volesse parlargli. Ubbidì prontamente Baldaccio, non credendo, che con l'autorità publica volesse l'Orlandini delle private ingiurie prender vendetta. E dopo l'havere alcune poche volte lungo l'andito delle Camere de' Signori col Gonfaloniere passeggiato, le quali essendo d'asse, poco innanzi erano state fate di mattoni, fu con grand'impeto da molti Armati, che ivi entro ad alcuna di quelle Camere nascosi si stavano, assalito: e l'essere in più parti ferito e reso, e per una delle finestre, che in Dogana risponde, gittato giù, fu tutta una cosa.  Onde per mostrare, che la causa fusse pubblica, gli fu ivi a poco, così morto come egli era, mozza la testa. 

Gli storici glissano in merito, ma la tesi che i Medici possano essere stati i mandanti dell'omicidio stride abbastanza col fatto che fu Cosimo a dare in sposa a Baldaccio nel 1438 la giovane Annalena Malatesta. Fu un matrimonio felice e, dopo l'assassinio, ad Annalena rimase il loro figlio Guido Antonio. Cresceva con un temperamento vivace e fiero come quello del padre. Ma nel 1450 si ammalò di pestifero male e morì.
A nulla valsero i sinceri e affettuosi tentativi del fratello Ruberto di consolare e convincere Annalena a risposarsi. Lei già prima della perdita del bambino, e adesso più che mai, aveva deciso di abbandonare il mondo secolare e dedicarsi completamente alla vita religiosa fondando un istituto.

Via S. Maria, traversa di Via Romana su cui
si affacciavano i locali del convento

Non le fu punto facile. Il Comune aveva confiscato i beni del marito e Ruberto faticò cinque anni perché, grazie sempre a Cosimo (altro stridìo), Annalena avesse una casa nel popolo di S. Felice in Piazza. Aveva i fiorentini dalla sua parte, sdegnati per quanto accaduto a Baldaccio, e successivamente poté recuperare i beni del marito, fra cui nel 1445 una casa che egli aveva acquistato nel 1438, e che sarebbe stata il primo nucleo del Monastero a venire. Nel 1453 acquisì altre due case.
La fondazione ufficiale del Monastero avvenne nel 1454, con il trasferimento di Annalena con dodici nobili compagne vestite dell'abito di terziarie domenicane. Erano stati necessari gli interventi di quattro papi (Eugenio IV, Niccolò V, Callisto III e, in seguito, Pio II) e di S. Antonino, Arcivescovo di Firenze. Quest'ultimo placò l'ira dei Monaci Camaldolensi, padroni della vicina Parrocchia di S. Felice in Piazza, che non vedevano di buon occhio il sorgere di una attigua concorrenza. Tanto più che, spiega Giuseppe Richa, Callisto III aveva concesso al nuovo Monastero la facoltà di erigere nella propria Casa un pubblico Oratorio, di celebrarvi Messa, e divini Ufizi, e l'uso delle Campane; dichiarandosi in essa Bolla S. Antonino, esecutore independente ed immediato a fare tutto ciò, che dalla divota Donna si era dimandato.


Il convento nella pianta di Stefano Buonsignori (1584)
Annalena, pur avendo avuto il beneplacito per la creazione di due nuovi conventi, onde evitare altre difficoltà più o meno burocratiche, preferì ampliare il primo. Acquistò allo scopo diverse case in Via Romana. Acquistò anche i terreni circostanti per dare alle sorelle un giardino. Nel 1474 costruirà la nuova chiesa, che sarà consacrata a S. Stefano e S. Vincenzo Ferrer l'anno seguente.
Annalena Malatesta morì nel 1491 profondamente rimpianta dalle ospiti del convento, che nel frattempo erano parecchio cresciute di numero. Ciononostante, non ho notizia di proposte di beatificazione.

Il convento, tra alterne vicende, andò avanti fino al 1786, quando giunsero le soppressioni leopoldine.
Il giardino fu acquistato nel 1791 dal Marchese Corsi e, grazie al lavoro dell'architetto Giuseppe Manetti, fu trasformato nel primo giardino all'inglese di Firenze.

Casa di Annalena, oggi hotel 3 stelle.
Dal 1807 iniziò un lungo lavoro di ristrutturazione di tutti i locali dell'ex convento. L'odierna Pensione o Casa di Annalena fu realizzata dall'architetto Giuseppe Del Rosso in stile neoclassico. Il proprietario, il generale francese Macdonald , vi abitò con la sorella di Napoleone Carolina Bonaparte, che aveva sposato nel 1830. La chiesa fu sconsacrata nel 1874 e demolita. Sul sito degli Esercizi Storici Fiorentini si legge:

"Vi furono in seguito alcuni passaggi di proprietà che, mescolando il sacro e il profano, trasformarono l'ex convento, prima in una casa da gioco, poi in una lussuosa casa di tolleranza ed infine in un ricovero per giovani donne. Nel 1914 il palazzo fu acquistato dalla famiglia Perogallo che lo adibì a civile abitazione. Nel 1919, il secondo e terzo piano furono trasformati in albergo dalla famiglia Calastrini Rossoni e questo prese appunto il nome di 'Pensione Annalena' diventando in breve tempo un punto di riferimento per viaggiatori e stranieri, poeti e musicisti. Lo scultore Olinto Calastrini, marito della figlia dei gestori, vi abitò negli anni venti e esercitò la sua arte nei locali della pensione"


Anche il Teatro Goldoni sorse sui locali del Monastero

Lo storico Claudio Paolini, nel suo Repertorio delle architetture civili di Firenze, ricorda:


Tra gli ospiti che qui risiedettero sono da ricordare Eugenio Montale (che qui visse una intensa storia d'amore con Irma Brandeis), Carlo Levi [che qui scrisse Cristo si è fermato a Eboli], Francis Henry Taylor (direttore del Metropolitan Museum of Art di New York) e ancora, vista la vicinanza al teatro Goldoni, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi.


Una lapide, infine, ricorda che quivi Luigi Dallapiccola (1904-1975), uno dei massimi musicisti italiani del XX secolo, visse e lavorò ininterrottamente per gli ultimi vent'anni della sua vita.


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