martedì 6 giugno 2017

Pier Nicola Ricciardelli

Pier Nicola Ricciardelli, pittore e incisore fiorentino, classe 1936, non tenta di nascondere i suoi anni - ottimo sistema per non sentirli proprio -, ed è un buon testimonial di un proverbio, aggiornato alla nostra epoca, secondo il quale la vita incomincia a sessant’anni. A questa età andò infatti in pensione dopo una carriera di stimato bancario, e iniziò a darsi da fare per imparare a dipingere. Riuscendo così a formarsi un’educazione artistica in varie scuole, tra cui l’Istituto Artistico di Porta Romana, l’Istituto Internazionale di calcografia “ Il Bisonte”, l’Accademia delle Belle Arti di Firenze (scuola libera del nudo) e vari insegnanti privati.
Di imparare si può dire che non ha mai voluto né vuole smettere. Il primo premio lo ebbe nel 2000 (si classificò 2° per l’arte sacra al premio nazionale "G. GRONCHI" Pittura-Grafica-Scultura - Città di Pontedera), ma - e di questo va giustamente orgoglioso - nel 2005 un dipinto raffigurante Giovanni Paolo II genuflesso con sullo sfondo la Pietà di Michelangelo fu collocato sull’altar maggiore di SS. Annunziata a Firenze in occasione della morte del Papa, e vi rimase fino all’elezione di Benedetto XVI.

L’arte sacra costituisce da sempre una parte consistente della sua produzione. Non a caso è reduce dalla partecipazione alla Rassegna d'Arte Forma e Colore del Maggio Salesiano a Firenze.
Oggi è uno dei più attivi membri, tra l'altro, di Gadarte e dell'Associazione Giotto e l'Angelico.
Premi, segnalazioni, menzioni onorevoli da lui ottenuti non si contano più. Particolare soddisfazione gli dette la segnalazione alla Biennale Il Burlamacco di Viareggio nel 2012 per l'acquaforte.
 Sempre nel 2012 ebbi l'onore di presentare, presso la Casa di Giotto a Vespignano, la sua personale, che offriva un’ampia antologia retrospettiva dell’intera attività di Pier Nicola, ed era stata giustamente divisa in tre sezioni: i dipinti a olio, i pastelli e le incisioni. Le sue tre tecniche.

Le civette, incisione
Dipingere a olio o acrilico, mi ha raccontato Pier Nicola, è sempre stato per lui soprattutto un divertimento, e si può dire che non ha avuto un maestro vero e proprio. Ha avuto invece maestri straordinari, e ne parla con fervore, nelle altre due ‘discipline’: Giorgio Barreca per il pastello, Manuel Ortega (centro culturale per l’arte grafica ‘Il Bisonte’, forse il più importante del mondo) per le acqueforti. Paesaggi e nature morte a olio trasmettono come un clima di grande festa per la gioia torrenziale con cui vengono stesi i colori, mentre i pastelli hanno forse un tono più meditativo e riflessivo. Ma le incisioni, che richiedono una tecnica e una pazienza d’esecuzione esagerate, sono a mio parere quelle che maggiormente rivelano il vasto retroterra culturale, l’originalità d’ispirazione e l’abilità espressiva di un artista umile e determinato nel voler guardare sempre avanti.

La nipotina, pastello

La visita, acrilico


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