sabato 9 febbraio 2019

1914: morte drammatica di una promessa del ciclismo


Mentre scrivo, i medici stanno vagliando le possibilità purtroppo quasi nulle che il giovane nuotatore Manuel Botuzzo possa riprendere a camminare. Gli hanno sparato due delinquenti, fra grandi risate, nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019. Lo avevano scambiato per un altro. Ma se Manuel ha perduto la deambulazione, non ha perduto né perderà la grinta che ha sempre avuto, e la solidarietà dei genitori, dei colleghi, degli amici e della sua ragazza Martina gli saranno di grande aiuto. Sentiremo ancora parlare di lui, e in cronaca sportiva, non più in cronaca nera.

Alla ricerca di materiale per un post, stavo sfogliando il raro - credo - e preziosissimo - son certo - Album di Firenze, a cura di Giorgio Batini, che fu pubblicato a puntate su La Nazione nel 1976, e mi sono imbattuto in una storia che ignoravo, e che non ho potuto fare a meno di ricollegare alla tragedia capitata a Manuel. Solo che quanto accadde a una promessa del ciclismo fiorentino degli anni 10 del secolo scorso fu per certi versi ancora più grottesco ed ebbe un esito, se possibile, ancora più tragico. Il protagonista si chiamava Luigi Fiaschi. 
da www.sitodelciclismo.net

Di Luigi Fiaschi le notizie sul web sono abbastanza scarne. Ne ho trovate in due siti sul ciclismo: www.museodelciclismo.it e www.sitodelciclismo.net. Le date di nascita fornite sono diverse. Dal certificato di battesimo che ho rintracciato sul sito dell'Arcidiocesi fiorentina risulta corretta quella del primo: l'11 ottobre 1888. Sempre su www.museodelciclismo.it troviamo questa nota sintetica:  "Tra i primi corridori toscani a mettersi in evidenza su scala nazionale, gareggiò con discreto successo pure su pista. Non ottenne risultati strepitosi ma fu ripetutamente tra i principali protagonisti e contribuì notevolmente allo sviluppo del ciclismo agonistico della sua regione prima di morire accoltellato da un ubriaco in seguito ad una lite.". Fece parte della squadra Atena nel 1910 e della Maino nel 1912. In quest'ultima ebbe tra i compagni di squadra Costante Girardengo. 

Ma ecco cosa scrive Giorgio Batini sull'Album di Firenze.

Domenica scorsa - leggiamo nel 'Nuovo Giornale Illustrato' del 6 settembre 1908 - ebbe luogo la grande corsa ciclistica nazionale di km. 100 (si trattava della Firenze-Viareggio) organizzata dal Club Sportivo Firenze, nella quale si disputavano oltre la Coppa Bastogi del valore di lire mille, altri importantissimi premi... Fiaschi, tra gli applausi, arrivò splendidamente primo..." È questa una delle molte cronache del tempo che parlano di Luigi Fiaschi, nato a Firenze nel 1888, un fortissimo atleta, una vera promessa del ciclismo toscano e nazionale, un re della strada e della pista, che in talune riunioni batté altri celebri campioni dell'epoca (come Ganna, Galetti, Bruschera, Brambilla, Cuniolo), che vinse molte gare e che nell'ottobre del 1913 abbassò alle Cascine il record dell'ora professionisti, già detenuto da Ugo Agostoni, coprendo nell'ora km. 39,993.30 Rivediamo il giovane corridore, con la fascia del Campionato toscano, nella foto [sotto], che è del 1911.


Interrompiamo un attimo la cronaca di Batini per riprendere, sempre da www.museociclismo.it (da cui ho tratto anche la foto d'apertura), alcune notizie sulla Coppa Bastogi. Se ne disputarono cinque edizioni tra il 1908 e il 1912. Le notizie sulle edizioni intermedie non sono molte. Nel 1909 e 1910 vinse Cuniolo, le altre se le aggiudicò Fiaschi. Se per i 100 chilometri della Firenze Viareggio del 1909 impiegò 3h9', la Coppa Bastogi del 1912 fu ben più ...impegnativa. Ecco, riguardo all'ultima edizione, cosa riporta il sito.

E' una corsa di "prima categoria" e quindi aperta anche ai maggiori professionisti, ma, nonostante ciò, sono solo tre i partenti. La partenza viene data da Porta San Frediano e la gara si snoda per le strade toscane con la delusione della gente nel vedere lo sparutissimo gruppetto procedere a passo turistico. Pratesi si ritira a Rapolano, Fiaschi attacca sulla salita di San Donato, fra Incisa e Firenze, e vince quasi in scioltezza. Fiaschi conquista la terza vittoria nella competizione e come da regolamento si aggiudica definitivamente la Coppa Bastogi e la corsa non verrà più disputata.

Si trattava dunque di un trofeo che, come la calcistica Coppa Rimet, andava definitivamente a chi conseguiva tre vittorie. Ma, per aggiudicarselo, Fiaschi percorse 260 chilometri, impiegandovi 10h8', alla media di 25.658 km/h. 

Torniamo al racconto di Batini.

La foto [in basso] è un ricordo del V Giro di Lombardia del 1909, vinto da Cuniolo, e dove Fiaschi fu il secondo degli italiani. La sera del 4 febbraio 1914 la vita e la carriera del celebre e popolare atleta furono stroncate per un fatto delittuoso di cui il Fiaschi fu vittima casuale. Quella sera il giovane corridore, reduce da una gara di Bologna insieme ad un amico podista, cenò nella trattoria del proprio padre Raffaello in via Faenza, in un'ora in cui il locale pur essendo vuoto di clienti, era ancora aperto, perché frequentato a volte, anche in ora tarda, da giornalisti. Ad un tratto entrò nel locale un giovane aretino che apparve in preda all'ira e al vino, e che cercava un rivale con il quale intendeva regolare i conti. Il campione cercò di calmare il giovanotto e di allontanarlo dalla trattoria, ma l'aretino, una volta uscito in strada, lo colpì a tradimento con un pugnale e si dette alla fuga. L'aggressore fu raggiunto dal podista amico del Fiaschi in piazza Madonna, e consegnato alla polizia. Il campione, gravemente ferito, fu ricoverato a S. Maria Nuova, dove morì il 14 febbraio, suscitando dolore e rimpianto nella cittadinanza.


Nella cartolina sotto, la fotografia di Luigi è integrata da alcune strofe anonime, forse ingenuamente enfatiche, ma senza dubbio sincere nella loro commozione. Le copio.

da www.museodelciclismo.it

All'alba della nuova primavera, 
Quando tutto sorride e fa sperare 
Una triste novella in sulla sera
Ci venne - inaspettata - a rattristare
Fiorenza tutta ne provò dolore,
Fiorenza tutta ne sentì l'orrore!

Una mano vigliacca ed esecrata
Gigino Fiaschi osò colpire al cuore...
Era dessa la man degenerata
Assetata di sangue e di rancore
Che frugò dentro l'anima innocente 
D'un giovine galiardo [sic] e promettente!

Dopo dieci giornate di dolore
Gigino è morto nel bel fior degli anni.
Quante speranze generò l'amore!...
Quanti sospiri e quanti disinganni!...
Gigino è morto!... niuno ormai potrà
Ridarlo ancora alla felicità. 

Egli era buono, generoso e forte,
Avea la fibra d'un gran lottatore,
Vide più volte - innanzi a sé - la morte
E non sentì mai trepidare il cuore;
Solamente un vigliacco, un gran codardo
Potea colpire quell'eroe galiardo!

Cento battaglie combatté fidente,
Cento battaglie superò finora,
Ed ora è morto inaspettatamente
Quando la gloria lo baciava ancora...
Chiedendo lui che si facesse forte,
E non il sospiro della fredda morte!