Pier Nicola Ricciardelli, pittore e incisore fiorentino, classe 1936, non tenta di nascondere i suoi anni -
ottimo sistema per non sentirli proprio -, ed è un buon testimonial di un
proverbio, aggiornato alla nostra epoca, secondo il quale la vita incomincia a
sessant’anni. A questa età andò infatti in pensione dopo una carriera di
stimato bancario, e iniziò a darsi da fare per imparare a dipingere. Riuscendo così a formarsi
un’educazione artistica in varie scuole, tra cui l’Istituto Artistico di Porta
Romana, l’Istituto Internazionale di calcografia “ Il Bisonte”, l’Accademia
delle Belle Arti di Firenze (scuola libera del nudo) e vari insegnanti privati.
Di imparare si può dire che non ha mai voluto né
vuole smettere. Il primo premio lo ebbe nel 2000 (si classificò 2° per l’arte
sacra al premio
nazionale "G. GRONCHI" Pittura-Grafica-Scultura - Città di Pontedera),
ma - e di questo va giustamente orgoglioso - nel 2005 un dipinto raffigurante Giovanni Paolo II genuflesso
con sullo sfondo la Pietà
di Michelangelo fu collocato sull’altar maggiore di SS. Annunziata a Firenze in
occasione della morte del Papa, e vi rimase fino all’elezione di Benedetto XVI.
L’arte sacra costituisce da sempre una parte consistente della sua produzione. Non a caso è reduce dalla partecipazione alla Rassegna d'Arte Forma e Colore del Maggio Salesiano a Firenze.
Oggi è uno dei più attivi membri, tra l'altro, di Gadarte e dell'Associazione Giotto e l'Angelico.
Premi, segnalazioni, menzioni onorevoli da lui ottenuti non si contano più. Particolare soddisfazione gli dette la segnalazione alla Biennale Il Burlamacco di Viareggio nel 2012 per l'acquaforte.
Sempre nel 2012 ebbi l'onore di presentare, presso la Casa di Giotto a Vespignano, la sua personale, che offriva un’ampia antologia retrospettiva
dell’intera attività di Pier Nicola, ed era stata giustamente divisa in tre
sezioni: i dipinti a olio, i pastelli e le incisioni. Le sue tre tecniche.
Le civette, incisione |
Dipingere
a olio o acrilico, mi ha raccontato Pier Nicola, è sempre stato per lui soprattutto un divertimento, e
si può dire che non ha avuto un maestro vero e proprio. Ha avuto invece maestri
straordinari, e ne parla con fervore, nelle altre due ‘discipline’: Giorgio
Barreca per il pastello, Manuel Ortega (centro culturale per l’arte grafica ‘Il Bisonte’, forse il più importante del mondo) per le acqueforti. Paesaggi e
nature morte a olio trasmettono come un clima di grande festa per la gioia
torrenziale con cui vengono stesi i colori, mentre i pastelli hanno forse un
tono più meditativo e riflessivo. Ma le incisioni, che richiedono una tecnica e
una pazienza d’esecuzione esagerate, sono a mio parere quelle che maggiormente
rivelano il vasto retroterra culturale, l’originalità d’ispirazione e l’abilità
espressiva di un artista umile e determinato nel voler guardare sempre avanti.
La nipotina, pastello |
La visita, acrilico |
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti sono liberi a tutti & benvenuti, Sono apprezzate precisazioni, segnalazioni di refusi, integrazioni. Ma sempre - e purtroppo non si può più dare per scontato - all'insegna della buona educazione.