mercoledì 14 febbraio 2018

L'Angelico che nacque presso Vicchio

Domenica 18 febbraio, presso la Casa di Giotto a Vespignano, alle 16, racconterò a chi vorrà esserci la vicenda artistica di Guido di Piero, ovvero Fra' Giovanni da Fiesole, insomma il Beato Angelico. Dopotutto, dal 1984 in questa data è celebrata la sua festa in quanto patrono universale degli artisti.

In post precedenti ho affrontato alcune questioni particolari che lo riguardano. Un esempio è il problema irrisolto del cognome. Ne ho scritto qui e qui.
Ma di problemi irrisolti sulla figura di Fra' Giovanni da Fiesole ce ne sono parecchi. Un altro  riguarda il luogo esatto di nascita, e so che, scrivendone, farò arrabbiare parecchi amici. Purtroppo la storia non concede deroghe.
E dunque diciamo subito che da un lato sì, sappiamo con certezza che Guido di Piero nacque nel Mugello presso Vicchio, dall'altro la località esatta è tuttora sconosciuta.
Molti documenti originali testimoniano l'origine mugellana dell'Angelico. Quello forse più importante fu esaminato  da Padre Stefano Orlandi, grande studioso dell'Artista, nel 1954 (Rivista d'Arte, vol. XXIX). Si tratta della Cronaca quadripartita di S.  Domenico di Fiesole redatta da Padre Giovanni Maria di ser Leonardo Tolosani nel 1516. È chiamata quadripartita perché Tolosani vi scrisse la storia del convento, l'elenco dei Priori, il Registro della vestizione religiosa dei frati e l'obituario. Nel Registro della vestizione compaiono, senza data,

Fr. Ioannes Petri de Mugello iuxta Vicium optimus pictor qui multas tabulas e parietes in diversis locis pinxit accepit habitum in hoc conventu (... spazio bianco) et sequenti anno fecit professionem. 
Fr. Benedictus Petri de Mugello iuxta Vichium germanus predicti fratris Ioannis qui et fuit scriptor optimus e multos libros scripsit et notavit pro cantu: accepit habitum clericorum (...spazio bianco) et sequenti anno fecit professionem. 

L'assenza di date ha causato problemi e discussioni. Ma questa è un'altra storia. Quello che ora c'interessa è l'indicazione relativa al Mugello presso Vicchio, inequivocabile. E infatti l'origine mugellana dell'Angelico non è mai stata messa in discussione.

Moriano
Naturalmente, sorge il quesito: ma presso Vicchio dove? Ancora Padre Orlandi, dieci anni più tardi, nella sua opera Beato Angelico - monografia storica della vita e delle opere con un'appendice di nuovi documenti inediti (Olschki 1964), tentò di dare una risposta. Formulò l'ipotesi che la località di nascita dell'Artista potesse essere la frazione di Moriano, nel popolo di S. Michele a Rupecanina. 
La traccia seguita dallo studioso, per sua stessa ammissione piuttosto labile, era costituita da due documenti, scrive Orlandi,

concernenti due prestiti fatti dal B. Angelico, a nome del convento di S. Domenico di Fiesole, a Martino di Giovanni da Moriano nel Mugello e ad Antonio, suo figlio, abitanti assieme in Firenze nel popolo di S. Reparata, o S. Maria del fiore, dove esercitavano l'arte di cofanai. 

I prestiti risalgono al 1433 e al 1436, ed erano curiosamente senza interessi. Il che fece ritenere che ciò potesse essere dovuto a una qualche parentela tra l'Angelico e i beneficiari. Ma Padre Orlandi non riuscì a rintracciare vincoli di sorta.  Nondimeno, scovò a Moriano la presenza di tale Antonio di Piero di Contadino, i cui terreni confinavano coi beni di Martino di Giovanni. Calcolò che il Piero padre di Antonio avrebbe potuto avere un'età adatta per essere verosimilmente anche quel Piero padre dell'Angelico. Antonio avrebbe potuto così esserne, se non fratello, fratellastro. Padre Orlandi ammise che si trattava solo di una congettura, mancante "del solido appoggio di un riferimento diretto"

Questa congettura venne a cadere con il ritrovamento, avvenuto a Cortona, di un documento datato 1438. Ne parlò per prima Diane Cole Ahl nel 1977:  è il testamento di Giovanni di Tommaso, mercante e probabile committente dell'angelichiano Trittico di Cortona. Il testamento fu stilato alla presenza, tra gli altri, di  fratre Johanne Pieri Gini de Mugello comitatus Florentie magistro picture.

Il Trittico di Cortona. Cortona, Museo Diocesano
Ecco dunque una ulteriore conferma dell'origine mugellana dell'Angelico. In più, però, per la prima e unica volta compare il nome di suo nonno: Gino. Non poteva dunque trattarsi del Piero di Contadino di cui parlava l'Orlandi. La evanescente traccia che conduceva a Moriano svaniva.
Il documento poteva, è vero, essere un ottimo nuovo punto di partenza per giungere non solo alla località, ma anche alla data di nascita dell'Angelico, altra questione annosa e irrisolta. Ma le indagini compiute da Diane negli archivi non hanno portato a nulla. Esisteva solo un Piero di Gino in San Bartolo in Farneto, ma che non aveva figli chiamati Guido, Benedetto o Checca (sorella dei due). Ulteriori ricerche, a quanto ne so, non ne sono state fatte. Siamo di nuovo punto e daccapo.

Rupecanina
Né può essere d'aiuto quanto mi era stato segnalato riguardo la chiesa di S. Michele a Rupecanina, che l'Angelico avrebbe dipinto sul Trittico di S. Pietro Martire. Spiace dirlo, ma innanzitutto va ricordato che la mentalità di oggi è completamente diversa da quella dei tempi di Fra' Giovanni, e allora a un artista non passava neanche per l'anticamera del cervello di rendere un nostalgico e commosso omaggio, dipingendoli, ai luoghi della propria infanzia o altre simili alzate d'ingegno.

Il Trittico di S. Pietro Martire. Firenze, Museo di S. Marco.
In secondo luogo, quella che si vede in uno degli spazi tra le guglie del Trittico è una chiesa solo un po' somigliante a quella di Rupecanina, per di più come è oggi. E ben difficilmente come poteva esserlo oltre seicento anni fa. Francesco Niccolai, nella sua Guida del Mugello e Val di Sieve (1914) non mostra di disporre di molti elementi in merito: 

Della chiesa, che non ha nessuna apparenza di vetustà, il documento più antico risale a un atto del 1333 in cui un Lapo di andrea di guccio pittore si offriva di risarcirne la canonica; ma doveva già esistere alla fine del secolo XII quando era cominciata già la prima giurisdizione vescovile del luogo. (...) Il disegno primitivo della Chiesa di cui non resterebbero oggi che delle eleganti mensoline del sec. XVI, rimase occultato dopo il rifacimento che ne operava un Lastrucci aprendovi tre archi e mal riducendola all'attuale forma di capanna.

Aldo Giovannini mi ha inviato un disegno che venne eseguito all'indomani del terremoto di Vicchio (29 giugno 1919). 

Non si può sapere a quando risalisse il grande campanile a vela che evidentemente dopo il sisma fu demolito. 

L'Angelico continua dunque a essere oggetto di ricerche, tuttora attive, a volte arenatesi, e discussioni anche accese, non solo sul piano storico documentario, ma anche e, direi, soprattutto sul piano artistico. Nei due post precedenti ve ne ho dato due esempi gemelli. Ma, se domenica 18 febbraio alle 16 venite alla Casa di Giotto a Vespignano, ve ne racconterò altri.

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