Nel 2003, una ricognizione eseguita presso l'Università di Bologna sul cranio di S. Cassiano dette risultati del tutto inattesi: sembra(va) infatti confermare l'antico racconto del martirio del Santo, fino allora considerato pressoché all'unanimità frutto di fantasia.
San Cassiano, o Casciano, è ricordato già nel Martirologio Geronimiano, composto a cavallo tra IV e V secolo. Due volte, per giunta: al III giorno pre idi di agosto (11 agosto), il Codex Bernensis riporta et foro cornili Passio Sancti Cassiani, mentre alle idi (13 agosto) troviamo ET IN FORO CORnilii. Sancti Cassiani. Nei martirologi seguenti ci si 'stabilizzerà' sul 13, ovvero appunto le idi d'agosto. Forum Cornelii è l'odierna Imola.
Nel nono canto del suo Liber Peristephanon il poeta Prudenzio (348 - dopo il 405) ci fornisce la più antica narrazione del martirio di S. Cassiano. Giunto ad Imola, sulla tomba del Santo vide una immagine che mostrava un individuo denudato e legato a una colonna, assalito da una torma di ragazzi e ragazzini inferociti che lo aggredivano con stiletti e tavolette. Il custode gli narrò la vicenda, che Prudenzio riportò in modo lungo e articolato. E piuttosto raccapricciante, bisogna ammetterlo. Riassumiamola.
Cassiano era insegnante di ars notaria, una specie di stenografia. Avendo testimoniato la sua fede cristiana ed essendosi rifiutato di fare sacrifici agli dei come imposto dal Governatore, quest'ultimo ordinò che venisse giustiziato dai suoi stessi studenti, i quali non chiedevano di meglio dato che la sua severità lo aveva reso ad essi inviso. Usarono soprattutto gli stiletti che servivano per scrivere sulle tavolette di cera. In tutti i martirologi in cui è riassunta la vicenda si sottolinea come più deboli e infantili erano le mani che colpivano, meno gravi erano le ferite, e quindi maggiore e prolungata l'agonia.
L'epoca dei fatti non è mai stata chiarita. Non si può nemmeno affermare con sicurezza che si siano svolti prima dell'Editto di Costantino (313), perché anche in seguito le sacche di resistenza pagane non mancarono. Ad ogni modo il culto di S. Cassiano è antichissimo. S. Pier Crisologo, Vescovo di Ravenna, quando morì nel 450 chiese essere sepolto accanto al Martire.
Racconta lo storico Mons. Francesco Lanzoni in Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (1927):
L'immagine del santo fu dipinta in mosaico in Ravenna nella seconda metà del V secolo da Pietro II nella cosiddetta Cappella di S. Pier Crisologo situata nel palazzo arcivescovile (foto d'apertura). Oratori in suo onore furono edificati in Roma da papa Simmaco (498-514), in Milano fin dal 450, e in moltissimi altri luoghi d'Italia e della cristianità.
Sul sepolcro di S. Cassiano fu costruita una basilica, che fu la prima
Cattedrale di Imola, per quanto fuori dalla città. Sorsero in seguito, oltre la canonica, altri
edifici che composero il Castrum Sancti Cassiani, documentato dal
783. Nel 1187 Il vescovo Enrico ed i canonici di San Cassiano decisero
di trasferire la cattedrale entro la città, e il castello fu distrutto e
raso completamente al suolo. L'odierna Cattedrale, pure intitolata a S. Cassiano e nella quale si trovano le reliquie sue e di S. Pier Crisologo, fu consacrata nel 1271.
Parallelamente al culto, che raggiunse anche località d'oltralpe, si diffusero alcune leggende che volevano Cassiano Vescovo di Imola, o a Imola trasferito, ma che non avevano fondamento. La devozione al Santo perdura ancora oggi ad esempio a Bressanone, della cui diocesi S. Cassiano è patrono insieme con S. Vigilio, e dove annualmente a fine aprile vengono portate le reliquie in processione. Esiste, sempre a Bressanone, fin dal 1712 il St. Kassian Kalendar, una sorta di Sesto Cajo Baccelli ma di dimensioni ben più ponderose.
Oggi le località italiane che hanno un riferimento a S. Cassiano sono ben 229. San Casciano in val di Pesa è documentata a partire dal 1043, ma l'intitolazione a Cassiano denota, secondo lo storico don Remo Collini, una ben maggiore antichità. E cita come esempi, tra l'altro, S. Cassiano a Vico in val di Serchio (ricordata dal 755), San Cassiano di Controne in val di Lima (733), San Casciano a Settimo nel Pisano (970). 'In verità', afferma don Collini, 'il titolo San Cassiano, senza l'accoppiamento con Sant'Ippolito, risalirebbe ad epoca bizantina, dunque prelongobarda'. Don Collini è stato fino al 1991 pievano di San Cassiano in Padule a Vicchio, e azzarda l'ipotesi che quest'ultima possa risalire ai secoli VI-VII.
L'ingresso di Arrigo VII a S. Casciano in val di Pesa (1312) |
Il capitolo più recente sulla storia di San Cassiano martire di Forum Cornelii risale, come accennato all'inizio, al 2003. Ecco quanto riportato su www.webdiocesi.chiesacattolica.it (la pagina in questione non è più consultabile, fortunatamente l'avevo salvata)
Nel 2003 è stata effettuata la ricognizione delle reliquie di San Cassiano, in occasione dei festeggiamenti per i 1700 anni dal martirio [secondo una tradizione non accertata]. Dagli esami effettuati sulle ossa del martire presso l’Università di Bologna è risultato che Cassiano era un uomo giovane, con un’età compatibile con i 30 anni. Alcuni segni, in particolare i fori rilevati su alcune ossa del cranio, possono essere interpretati come lesioni inflitte sul corpo del Santo ancora in vita con uno strumento appuntito compatibile con gli stili utilizzati all’epoca per scrivere sulle tavolette cerate. La morte potrebbe essere seguita come conseguenza di questo evento, forse una trentina di giorni dopo, senza comunque escludere anche altre cause di morte (come per esempio una successiva condanna a morte).
Prudenzio dunque aveva ragione? Il racconto fattogli dal custode e da lui fedelmente riportato era autentico? Per secoli gli storici ne avevano dubitato. Neanche oggi si possono dare certezze assolute. Ma sono stati studi scientifici a indicare che la storicità dei fatti narrati dal poeta, almeno nei tratti essenziali, si può considerare altamente probabile.
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