lunedì 10 aprile 2017

Un Enrico Pazzagli inedito: le caricature



Si può affermare con ragionevole sicurezza che Enrico Pazzagli, classe 1933, è il più noto e stimato pittore mugellano. Dei suoi indimenticabili acquerelli, delle sue vedute di luoghi a elevato rischio oblio, delle sue illustrazioni storiche, è stato raccontato molto. Il suo lavoro, o meglio divertimento, come caricaturista è invece sconosciuto ai più. Io stesso ne sono venuto a conoscenza solo qualche giorno fa, andandolo a trovare nella sua bella casa alle porte di Borgo S. Lorenzo. Enrico ha cominciato a raccontarmi dei suoi inizi di carriera. Carriera per modo di dire, perché non ha mai voluto fare della pittura la sua (unica) professione.

Da sin. Pier Nicola Ricciardelli, Enrico Pazzagli, Filippo Benci, Diana Polo, Mauro Baroncini
Talento e passione gli nacquero frequentando da ragazzo lo studio di Mario Lapi, suo parente alla lontana. Dopo aver lavorato per un'azienda di cartelli pubblicitari all'inizio degli anni 60, si mise in proprio. La sua prima personale risale al 1968. 
Fu poi richiesto a gran voce dalla Pastuco, un'azienda di lavorazione della plastica, come disegnatore grafico (aveva frequentato la scuola d'arte e pubblicità). Questa venne poi rilevata dagli americani. Si era intorno al 1974. Fu allora che colleghi e/o dirigenti iniziarono ad apprezzare le caricature che per divertimento faceva loro. Gliene chiedevano sempre più spesso, ed Enrico non si tirava indietro. Alla fine, nessuno si salvò dai suoi acquerelli (e non gli pareva il vero). Non si salvò neanche il gigadirettore intergalattico della Mobil Plastic, emanazione diretta della Mobil Oil. Sì: una delle sette sorelle!

Queste immagini Enrico non le ha più, ma ne conserva le foto, e io le ho rifotografate, con tutti i limiti che ciò comporta. "Certo, mi dice, per apprezzarle bisognerebbe conoscere tutti i personaggi che vi ho immortalato. Ognuno ha la sua caratterizzazione, il suo contesto, la sua battuta caratterizzante. Tutti ridevano, tutti mi ringraziavano. Sì, anche il megadirettore."
In effetti, ora si può 'solo' ammirare incondizionatamente la cura straordinaria con cui i personaggi sono disegnati uno ad uno, e immaginarsi la quantità di retroscena che le figurine sottintendono.



Io però mi ricordavo di alcuni ritratti che Enrico mi aveva mostrato tempo addietro. Gli ho chiesto di ricercarli. Me li ha ritrovati. Anche di questi gli sono rimaste solo le fotografie. 
Sono figure di personaggi incontrati da Enrico lungo gli anni, tratteggiati in modo meno essenziale che penetrante. Non sono caricature. Non sono neanche ritratti.


L'ultimo mostra Michelino. "Un orfanello, rinvenuto nel vagone di un treno merci, e che per tutta la sua esistenza non seppe chi era...". Qualcosa che davvero non fa sorridere. Eppure questi dipinti, peraltro eseguiti nello stesso periodo, sono in qualche modo parenti stretti di quelli che strappavano risate.Tutti concorrono a farci capire come Enrico Pazzagli, famoso soprattutto per i suoi paesaggi, sia uno straordinario osservatore dell'animo umano, con un talento smisurato nel riportarlo su tela o su carta. E dotato di una ugualmente straordinaria sensibilità, che diviene capacità di stabilire quando i suoi soggetti meritino una sana, allegra risata o, al contrario, un sorridente ma commosso senso di partecipazione umana.   







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